Neil
Young compie oggi 68 anni: in
lui l’irascibile vecchio e il bambino perdutosi da piccolo sono la
stessa cosa, secondo la perfetta definizione che ne ha dato l’amico,
Jonathan Demme, regista di ben tre docufilm dedicati al cantante
canadese.
Il
suo primo
strumento fu un ukulele, poi ebbe un banjo, quindi, a 15 anni, la
prima chitarra elettrica, una carriera longeva perché aperta a
tutto, poi
i gruppi, gli Squires, poi nel
1966 la California, e i Buffalo Springfield
e i C.S.N.Y.
Dal
1968, vero “loner” inizia la carriera solista sempre con i suoi
Crazy Horse, un album dopo l’altro fino agli ultimi dello scorso
anno.
La
musica, l’impegno, le dipendenze e gli amici perduti, gli alti e i
bassi , tutto è raccontato nella sua autobiografia di qualche anno
fa, Waging
Heavy Peace,
libro che non deve esser stato facile scrivere ma che ha scritto
tutto da solo, da vero Loner, in prima persona. E lo ha scritto come
incide i dischi: buona la prima, anche se fa schifo, nessun filo
conduttore, senza compiacere il lettore, così come è stata tutta
la sua vita. Rock n roll will never die…
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